sabato 20 dicembre 2008

Recensione Killing Point

Il detective, sembra inutile dirlo, è appunto Steven Seagal, accompagnato da un collega pressocché insignificante e osteggiato dal solito agente federale.La variazione importante sta nella scelta di due antagonisti indipendenti l'uno dall'altro: Lazereus è un killer seriale imbevuto di stronzate astrologiche e musica rock, il quale potrebbe ricordare quei metallari-dark che trovate in ogni liceo o facoltà e che credono di essere emissari dell'anticristo solo perchè hanno i capelli lunghi o il piercing al culo, mentre tutti sanno che tornando a casa fanno colazione col caffelatte in pigiama natalizio ma questa è un'altra storia... l'altro è Billy Joel, un omicida meno sofisticato e più buzzurro ma che vanta tecniche dinamitarde quali inserire ordigni a tempo nel corpo di ragazze.
Con degli elementi del genere per la città è necessaria una cura drastica, impersonificata da Jacob King (Seagal) già tormentato da ricordi infanticidi e che alla minima provocazione da la stura ad ogni tipo di brutalità nei confronti dei criminali, piccoli o grandi che siano, o semplici stronzi che si mettono davanti a lui nel momento meno opportuno, vedi il tamarro in discoteca immediatamente disintegrato a manate sul collo.
Seagal si riconferma il re della crudeltà poliziesca, caratteristica onnipresente nei suoi passati lavori, qui innalzata con tonalità granguignolesche: nella tavola calda ottiene informazioni spaccando la dentiera di un negro, con la telecamera che non indugia minimamente sulla tortura; un cannibale con tanto di freddura da Zelig si ciba di un clown in una scena extra.
Numerosi i combattimenti, realizzati con una tecnica di montaggio troppo ardita: frame che non raggiungono il mezzo secondo ciascuno, un'esagerata iterazione del medesimo colpo intramezzata dal muso pietrificato di Steven, col risultato che non si capisce quasi nulla.Ci conforta il ritmo movimentato, saggiamente scandito da momenti d'azione che rendono la visione piacevole; non ho difficoltà ad affermare che Killing point è la miglior pellicola di Steven da qualche anno a questa parte, sebbene non manchino le porcate.
I flashback più volte proposti non si agganciano con il presente verso una soluzione finale;proprio la conclusione non ha un senso logico, e lascia lo spettatore a varie interpretazioni, oppure al semplice "che merda" spassionato.La nota mimica di Steven (equivalente a zero) accompagnata dalla tipica freddezza, si riconferma nel momento della scoperta del cadavere abusato della compagna, ma questa non è una critica, è il suo marchio di fabbrica.
Da notare Lazereus (che assomiglia a MacGyver con i baffi) impegnato nei suoi rituali deliranti con un improponibile perizoma, e la presenza di Isaac Hayes (pace all'anima sua), che dall'interpretazione del "Duca" in 1997: Fuga da New York, si riduce a medico legale in Killing Point (che brutto modo di concludere una carriera...).

VOTO: 7
PRO:
- Divertente
- Brutality
CONTRO:
- Montaggi epilettici
- Sconclusionato
- Finale impossibile

(Recensione by Deathrow, www.deathrow.splinder.com)

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