lunedì 19 maggio 2008

Recensione L'Ultima Partita e Urban Justice - Città Violenta

Ho trovato queste 2 recensioni dei film in giro sul web (più precisamente su http://deathrow.splinder.com/).

L'ULTIMA PARTITA
Avevo già accennato a questo recente lavoro di Steven Seagal mesi fa, confidando che potesse rivelarsi superiore alla media degli ultimi film, decisamente sottotono.

Le mie speranze si sono sorprendentemente concretizzate, e non potevo disimpegnarmi dal recensire questo Pistol Whipped (titolo alternativo Marker) e di conseguenza elargire una sufficenza al mitico Seagal, cosa che potrebbe non capitarmi più in futuro.

Artefice di questo piccolo successo è la scelta di caratterizzare accuratamente il protagonista: questa volta Steven è più accattivante che in passato, ha relazioni più articolate con i comprimari e ci dispensa di manate velocissime e leve di Aikido.

Partiamo quindi dalla figura di Matt (Steven Seagal), un ex poliziotto caduto in disgrazia, logorato dai debiti e dal vizio del gioco e dell'alcool, divorziato e pessimo padre. La sua figura è quella classica di uno che non dorme serenamente, tra tavoli di gioco e bottiglie di whisky la sua faccia è una maschera di pesantezza. Più tardi, nel momento del riscatto e della furia bellica riesce a cambiare guardaroba e con abito e occhiali da sole mi appare persino un figo, considerando che all'inizio si presentava con una magliettina da cui a mò di bassorilievo, spuntavano le sue virili tette adipose.

Steven in questo film si riscopre cattolico, l'ultima volta è stato in Nico per poi sconfinare in terreni buddhisti e new age difficilmente analizzabili. Si confida con un sacerdote che viene regolarmente assassinato come il collega di Nico e anche in questo caso il clericida verrà punito con la morte.

Altri elementi tipici dei Seagal-movies sono le celebrazioni erotiche di quest'uomo che a 56 anni ci fa credere che si può circuire in due minuti scarsi una ebony vent'anni anni più giovane e soprattutto più attraente di lui. Esplicativa la battuta di questa fortunata che dopo una notte con Matt si può permettere di sentenziare che è impossibile eguagliare la misura della nerchia del suo amante... scena da vedere assolutamente.

Questi coloriti siparietti però non rendono la comprensione della trama più semplice: come al solito, da 8 anni a questa parte, il plot è criptico e molti lati rimangono oscuri. Ci consolano i combattimenti e le sparatorie. I primi presentano una varietas di cui se ne sentiva il bisogno, anche se Steven non si discosta troppo dalla sequenza bloccaggio-manate a raffica e supplex o leva. La produzione ha deciso di aggiungere dei mafiosi coreani che quindi ci regalano qualche calcio rotante, neutralizzato dall'opposizione della massa abnorme di Matt che spinge il muso giallo a casino. Ci sono anche inseguimenti, macchine bucherellate e una bella scena finale al cimitero: inutile dire che l'ambiente ispirava bene il nostro eroe che ne fa fuori tanti...ma la cosa rilevante è la sua arguzia e cinismo nei momenti più tragici: vuoi quando infila il nemico come un sacco di patate nel carro funebre per poi farlo detonare, tutto questo davanti a sua figlia terrorizzata, o vuoi quando abbatte senza pietà un patetico boss italiano che pretendeva prestazioni stile Monica Lewinsky alla cameriera disgustata. Insomma una perla a distanza di anni da capolavori come Nico e Giustizia a tutti i costi.
VOTO: 7
PRO:
- Steven Seagal valorizzato
- Azione e momenti divertenti
CONTRO:
- Trama contorta


URBAN JUSTICE - CITTA' VIOLENTA
Di Steven Seagal e dei suoi ultimi lavori si è già parlato in lungo e in largo. In questa sede si è solo accennato, ma chiunque sa che i tempi d'oro delle star d'azione e precisamente di arti marziali sono tramontati da un pezzo: Van Damme, Seagal, Lundgren formano la trimurti della sfiga, la rappresentazione del calcio in culo di una Hollywood ingrata.

Steven Seagal ha resistito più degli altri... "Ferite Mortali" è stato l'ultimo importante segno lasciato nel cinema che conta...segno immediatamente oscurato da "Ticker" uscito lo stesso anno...e parliamo del 2001.

Da lì la storia la conoscete...il videonoleggio è diventata la patria di Steven Seagal.

Urban Justice è solo uno degli ultimi: Simon (Steven Seagal) è il padre di un poliziotto accoppato a inizio film il cui prevedibile obbiettivo è vendicarsi. Lui è invincibile come sempre... picchia tutti senza tanti problemi e mi pare superfluo descrivere gli eventi giacché sono di una regolarità disarmante. I colpi di scena mancano del tutto, la mia partecipazione emotiva è bassa quanto una pigmea senza gambe, il dubbio di chi possa aver ucciso il figlio di Simon è lungi dal crearmi tensione.

Scrivere queste righe non è facile per me, visto che in fin dei conti sono sempre affezionato a Steven...ma lo vorrei ricordare in "Nico" e in "Programmato per uccidere"...non vorrei gettare troppa merda su Urban Justice perchè dopotutto non è privo delle costanti che spingono la gente a rivedersi il "palo umano": le scene di combattimento non mancano e mostrano un Seagal ancora capace... qualche semplice calcio frontale varia la tipica coreografia del maestro di Aikido. Ciliegina sulla torta la fatality già vista in passato e consistente nel tirare la testa della vittima all'indietro e portare così le vertebre a superare inesorabilmente il limite naturale... una bella trovata.

La mancanza di comprimari di spessore è una triste realtà: il nemico è un negro gangsta che con indosso la bandana sembra 2pac, mentre a capo scoperto pare Wesley Snipes... in ogni caso è patetico. Danny Trejo interpreta un boss messicano (credo...) che sparisce in breve tempo dal contesto...la sua partecipazione è poco più che simbolica e credo sia uno specchietto per le allodole o per gli allocchi.

Da segnalare una scelta stilistica curiosa: il sangue che sprizza alla maniera della recita shakespeariana di Pugsley e Mercoledì nella "Famiglia Addams"... veramente copioso e dal colore di antibiotico per bambini. Inoltre Steven evita una scena d'amore o un più semplice slinguazzamento come di consueto, la pheega è presente ma non viene circuita... evidentemente si è reso conto di quanto potesse apparire ridicolo oppure ha voluto dare a Simon l'aria del vendicatore tutto d'un pezzo.

Che sia tutto d'un pezzo ci sta, ma non capisco perchè il suo unico obbiettivo fosse l'esecutore materiale dell'omicidio.Il mandante per lui non è importante...strano modo di concepire la vendetta, ma contento lui contenti tutti... tranne quelli che hanno noleggiato Urban Justice.
VOTO: 5,5
PRO:
- Combattimenti
- Più azione del previsto
CONTRO:
- Piatto nel complesso
- Personaggi infimi

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